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sabato 6 marzo 2010

DEMOCRAZIA


A cominciare nei partiti
Non potendo che condividere l’idea che i partiti tornino ad essere perno dell’attività politica, riteniamo che ciò sia possibile previo un rigoroso intervento del legislatore nella vita degli stessi a garanzia della loro funzionalità.  I partiti costituiscono il fenomeno associativo più importante per le funzioni ad essi riconosciute dalla Costituzione, primariamente quella di strumento per la effettiva e diretta partecipazione politica. Come tali non possono essere regolamentati alla stregua di una qualsiasi associazione. Va garantita perciò ad ogni cittadino la possibilità di trovare al loro interno tutte le condizioni di efficienza, trasparenza, di parità e di legalità che assicurano la partecipazione ed un proficuo impegno politico. Non si può più prescindere dal regolamentare in particolare: - la iscrizione agli stessi, affinchè sia reale; - la esclusione dagli stessi, affinché non costituisca un sopruso; - lo svolgimento dei congressi, affinché non siano predeterminati; le cosiddette primarie, affinché non valgano  quanto il televoto delle manifestazioni canore. Gli enti locali debbono sostenere le spese di gestione delle sedi che i partiti aprono localmente, nella misura di un contributo minimo uguale per tutti a garantire uno standard minimo di efficienza.


Una democrazia efficiente.
 Una democrazia è efficiente se un Paese può tornare al voto in qualsiasi momento senza spreco di denaro; se può effettuare le proprie votazioni senza incertezze; se gli eletti posseggono i requisiti culturali minimi per operare nelle istituzioni; se la ricandidatura di ogni eletto non è scontata; se l’eletto rappresenta per tutta la durata del mandato il Partito che lo ha candidato; infine, se l’elettorato è messo nelle condizioni di sfiduciare direttamente e preventivamente (cioè ancora prima di andare a votare) gli eletti. Nella logica di evitare lo spreco e garantire trasparenza e massima partecipazione, riteniamo che sia improcrastinabile il superamento del voto cartaceo e che esso si debba assicurare a tutti, senza la costrizione dello spostamento e la necessità dell’accompagnamento; riteniamo altresì che si debbano accorpare tutte le scadenze elettorali e omologare la durata di ogni consesso.  La possibilità di candidarsi deve essere condizionata ad alcuni precisi requisiti: almeno il possesso del diploma di scuola superiore e l’aver frequentato un corso di formazione politica di livello universitario. La legge stabilirà accuratamente tassative ipotesi di esonero da dette condizioni. Alla stessa stregua per la possibilità di ricandidarsi. Riteniamo che debba essere sostanzialmente oggetto di un meccanismo premiale, condizionandola al raggiungimento, nel corso del mandato, di uno standard minimo di qualità (presenza, interventi, partecipazione al voto, conseguimenti di attestati e diplomi).  Riteniamo indispensabile, infine, che debba introdursi: - per il candidato, il vincolo dell’anticipazione della scelta del gruppo assembleare di adesione in caso di elezione; per l’eletto, la decadenza dal ruolo in caso di repentino abbandono del gruppo assembleare di originaria appartenenza o di esclusione dallo stesso. Siamo infine per l’introduzione a tutti i livelli della mozione di sfiducia popolare dei vertici istituzionali, articolandola quale sistema di reale garanzia per gli elettori insoddisfatti dell’azione dei Partiti di riferimento e pertanto come strumento per costringerli a porre la questione.


Una democrazia reale. 
Una democrazia è reale se le elezioni costituiscono una vera occasione per i Partiti  di contribuire a riprogrammare il governo del Paese e del territorio locale; se ogni cittadino può scegliere liberamente chi potrà rappresentarlo. Qualunque Partito intenda partecipare alla competizione elettorale deve essere messo preventivamente e soprattutto paritariamente nella condizione di accedere gratuitamente ai mass media e alle relative spese di organizzazione e stampa, prescindendo da quanti rappresentati nelle istituzioni conta al momento della partecipazione alla competizione elettorale. Deve tornarsi al voto di preferenza; deve abolirsi ogni sbarramento all’accesso a qualsiasi consesso istituzionale. Il voto al Partito deve sempre e ovunque essere congiunto a quello di uno che da questo è candidato, non importa per quale carica.

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