Civile, solidale e...coraggiosa

Civile, solidale e...coraggiosa
La nostra Italia: post per post...Lascia i tuoi per ogni argomento. Saranno presi in considerazione

Il nostro contributo voce per voce

sabato 6 marzo 2010

PROFESSIONI
Le professioni devono assicurare al cittadino e alla pubblica amministrazione quella certezza tecnica  di cui necessitano e al contempo costituire fonte di occupazione. Nella prima direzione,  riteniamo che sia improrogabile una riforma delle competenze degli Ordini e dei Collegi Professionali. Nella seconda, pensiamo invece che le opportunità di lavoro possano nascere solo da un’intervento del legislatore di revisione dell’accesso alle professioni e di creazione e redistribuzione delle opportunità professionali.
Una riforma delle competenze degli Ordini e dei Collegi Professionali.
Non si comprende perché le questioni deontologiche e la legittimità dei provvedimenti di iscrizione, esclusione etc. debbano essere sottratte alla giustizia ordinaria e affidate ad una impossibile imparzialità cui dovrebbe aspirare una commissione di professionisti con il compito di valutare un proprio collega. In coerenza a tale enunciato, riteniamo che ai Consigli/Collegi vanno residuate le sole funzioni di rappresentanza e negoziazione con le altre professioni e con le istituzioni; in essi i professionisti devono trovare anche un controllore preventivo e successivo di qualità. Nei confronti della p.a., in particolare tali organismi devono assurgere a “general contractor” con potere di decidere a chi assegnare la chiesta fornitura di opera intellettuale, con obbligo controllo di qualità preventivo e successivo su chi la esegue e con assunzione di responsabilità per i ritardi e gli errori.
Le professioni quali fonti di nuove e comunque pari opportunità di lavoro.
Quale gestore unico di fornitura di opera professionale verso la p.a., il Consiglio/Collegio, secondo il nostro punto di vista, deve assicurare a questa la migliore prestazione coniugando tale obiettivo con il coinvolgimento massimo dei propri iscritti, affinché in particolare l’incarico pubblico sia fonte di esperienza e di guadagno anche per i professionisti più giovani. Si assegni a rotazione l’incarico ai professionisti che abbiano superato i dieci anni di attività, ma con l’obbligo per essi di coinvolgere anche economicamente quelli più giovani. Da ciò prescindendo, rivolgendo l’attenzione ai neolaureati, riteniamo che si debba consentire ad essi l’accesso immediato alle professione, ciò ancor prima che abbiano conseguito la abilitazione di stato (notarile, forense, etc.) per funzioni che non implicano esperienza.

Nessun commento:

Posta un commento