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sabato 6 marzo 2010

UMANITA'
La dignità umana deve permanere una reale priorità nella privazione di qualsiasi libertà, sia essa causata dalla costrizione dell’indagine penale o,  peggio, dall’obbligo di espiazione di una pena, ma anche solo indotta dalla povertà. Per tale ragione, verificata e confermata questa scelta, auspichiamo coerenza cristiana e politica nelle scelte che riguardano gli eletti sottoposti ad indagine penale, cosi anche in quelle che attengono le modalità e i tempi di espiazione della pena e la lotta alla povertà.
Va garantita la dignità umana dei rappresentanti nelle istituzioni e con essa la funzionalità delle seconde. Ciò con la reintroduzione della immunità parlamentare a tempo (quello della durata della legislatura) e conseguente non rincandidabilità dell'indagato, comunque rinunciabile da parte del parlamentare incriminato, con mera autosospensione, se non ha nulla da temere nel collaborare alla giustizia e non vuole subire l’effetto collaterale della immunità.  Riteniamo ancora attuali le ragioni che giustificano il vigente sistema penale. Per tale ragione, troviamo contraddittoria l’afflizione di pene che privino la libertà per più di 15 anni. Alle pene di durata superiore va sostituita, dal 16simo anno in poi, la permanenza della indegnità sociale e il conseguente obbligo di non rientrare nel Paese fino all’ultimo giorno di vita. La povertà, infine, non può essere più solo una constatazione della situazione odierna di vaste parti del Paese, ma il punto a partire dal quale operare le ineluttabili scelte che possano rimettere in moto la dignità delle persone indigenti e farle sperare in una reale ripartenza, mediante una nuova scommessa con se stessi. Un povero in meno è una ricchezza in più per il Paese.

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